In seguito agli accordi stipulati nel
1598 tra il Vescovo di Agrigento e il Commissario Generale dei PP.
Carmelitani si stabilì che i frati potessero costruire a Licata,
presso la chiesa del Santo Patrono, un convento per dodici religiosi
scelti ed approvati dal Provinciale dell'Ordine e dal Vescovo; agli
stessi Carmelitani venne affidata l'officiatura della chiesa. Si
stabilì in seguito, nel Capitolo Provinciale del 1601, che il nuovo
convento occupasse il 1° posto tra i conventi della Provincia
siciliana.
Cinque anni dopo il Vicario della
Provincia di Sant'Angelo chiamò a Licata da Mazara a reggere la
nuova casa carmelitana il P. Sebastiano Siracusa da Caltabellotta
che qui si
spense il 18 novembre del medesimo anno.
Avvenuta l'unificazione nazionale la
chiesa e il convento furono confiscati e assegnati alla
Amministrazione per il Fondo del Culto. Il 23 novembre 1878 il
convento venne ceduto al Comune di Licata che lo destinò in un primo
momento a caserma militare assegnandolo alla 9ª compagnia del 57°
reggimento di fanteria di stanza a Licata, comandato nel 1867 da
Edmondo De Amicis, autore del libro "Cuore"; più tardi venne
destinato ad edificio scolastico, finché, verso la fine
dell'ottocento, l'ala sud venne destinata a carcere mandamentale.
Nel 1933, il Vescovo Giovanbattista
Peruzzo, chiese la riconsegna della chiesa di Sant'Angelo e
l'assegnazione di una parte del fabbricato ex conventuale ad uso
rettoria e per il regolare servizio religioso. Nel 1947, per
deliberazione dello stesso Vescovo, i PP. Carmelitani ritornarono
nuovamente a Licata per officiare nella chiesa patronale e presero
possesso del loro convento, tranne la parte destinata a carcere.
Con la definitiva chiusura del carcere
mandamentale, avvenuta alla fine degli anni settanta, il Comune
ritornò in possesso dei locali che furono destinati ad ospitare un
centro culturale dedicato alla cantante folk licatese Rosa
Balistreri.
Nel corridoio del convento si
conservavano una serie di ritratti del sec. XVIII-XIX, dipinti ad
olio su tela con cornici dorate, di illustri carmelitani licatesi,
che l'ultimo priore del convento, il licatese P. Antonino Todaro
trasferì a Trapani in occasione della definitiva partenza da Licata
dei Carmelitani. Interessante è un grande quadro, olio su tela della
fine del 600, con veduta della città di Licata sovrastata da Sant'Angelo
e l'albero genealogico del Carmelo siciliano. Nel corridoio sud sta
una tela che riporta il testo della bolla di Clemente VIII e che
riproduce Sant'Angelo in gloria sulla città di Licata. Di un
certo pregio sono i dipinti su tela con San Narciso e San Gabriele.
Inoltre si ammirano le tele con Sant'Angelo sul letto di morte, con
la Madonna del Carmelo con il Bambino in braccio ed ancora Sant'Angelo
con la palma del martirio e un dipinto della Sacra Famiglia. Nel
convento si conserva una grande tela che raffigura la Vergine delle
lacrime di Siracusa ed i Santi Carmelitani.
* C. Carità: La chiesa di Sant'Angelo e la
festa di maggio a Licata
L'arte a
Sant'Angelo
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